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I miss you my dear diary...

c'era una volta una bimba un po' rincoglionita, stufa di essere bimba, odiava dover alzarsi e andare a scuola, sedersi nel solito posto e aspettare a questa la sua amighetta magra e leggera che riusciva a fare delle piruette pazzesche mentre lei era sempre lei, una piccola cicciona impaurita di cadere se correva.
Questa la sua migliore amica poi abitava in una casa bella, enorme, c'aveva una stanza della madonna e tutta solo per lei, con delle bambole ancora dentro le scatole, un letto fatto sempre con la precizione europea che papà raccontava da quanto era stato in Europa. Il pranzo da lei, una roba... si mangiavano sempre dei piatti strani, la madre di questa amica era una donna vecchia come la nonna di questa bimba quindi lei non riusciva a capire come mai, come mai una donna così vecchia c'aveva una figlia così bimba, ma era una madre incantevole, sempre pronta a ricevere le amiche e preparare un buon pranzo, vestita alla moda, vecchia ma truccata, alla moda, perfetta, e anche il padre, gentile e offriva sempre cioccolatini e delle caramelle
Questa amica sapeva tante cose, sapeva addiritura come si facevano i bimbi e altre tante cose, parlava  anche di aver visto un'uomo nudo, e tutte le ragazzine a scuola facevano la coda per farsi spiegare da questa qua com'erano questi uomini nudi.
La nostra bimba però, non voleva proprio saperne, ma comunque era li sempre insieme a la sua amica dell'anima, poi quando cantava c'aveva questa bellissima voce e le faceva dimenticare che era ancora una bimba e che doveva fare ciò che dicevano i genitori e fare i compiti e vestirsi da scema e tutto quanto.
Poi un giorno, la nostra bimba ha cambiato scuola e non ci sono più viste anche se abitavano nello stesso quartiere, erano così vicine che sembrava una cazzata non vedersi. La nostra bimba è diventata una ragazza e quindi ha deciso di voler vedere ancora questa la sua amica e la sua vita fantastica, voleva parlare di tutte queste cose che si parlano tra ragazze quasi donne, chissà quante cose aveva a questo punto vissuto avendo questi genitori che sembravano così fantastici, vecchi ma fantastici.
Davanti a questa casa dopo tanti anni (nella vita delle bimbe due mesi sono due anni, quindi due anni diventano vent'anni...) si è resa conto che alla fine non era così grande ne bella, ormai la casa era addiritura trascurata, con le finestre chiuse. Dopo suonare per dieci minuti si è seduta nelle scale a pensare come mai aveva aspettato tanto tempo per cercare la sua amica, poi ha preso della carta e una penna per lasciare una piccola lettera, magari erano in vacanze e lei non voleva lasciar passare questa voglia di rivedere la sua grande amica.
Due settimane dopo è andata ancora a controllare se per caso erano tornati, magari l'amica non aveva visto la lettera oppure non aveva il cellulare e non era riuscita a telefonare. La casa era aperta questa volta, i lavoratori stavano portando fuori i mobili, ha sentito un brivido vedendo quel lettto bellissimo ormai soltanto un pezzo veccchio di legno, le bambole tutte schiacciate dentro le scatole che con tanta cura la sua amica curava di non essere toccate. Ma cos'era successo? Si è avvicinata alla donna che li sembrava di essere la capa dei lavoratori, e timidamente ha chiesto se la gente che abitava li si era traslocata e dove. La donna abbassando lo sguardo l'ha detto "tu chi cavolo sei e perchè chiedi per questa gente?" Stava per andarsene e lasciar perdere ma chissà di dove è uscita la sua voce un po' più adulta dal solito: "Sono un'amica di Paty, e vorrei sapere che fine ha fatto". La donna l'ha vista e la sua espressione amara è cambiata....

 

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